Chi Siamo

DOJO: termine giapponese che significa etimologicamente luogo dove si segue la Via

ELEONORA: è il nostro Angelo che da lassù ci guida e protegge

La palestra Dojo Eleonora nasce a Mantova nell'ottobre del 2009 grazie alla volontà e alla passione del Maestro Marco Ceccarini.

Lo scopo principale della Dojo Eleonora è insegnare l'arte della difesa personale utilizzando le tecniche del Krav Maga (disciplina militare israliana impiegata dalle forze dell'ordine e militari per difendersi).

Noi crediamo che tutti debbano avere l'opportunità di difendersi in caso di aggressione, pertanto uno dei nostri obbiettivi è quello di aiutare moralmente e materialmente donne che subiscono o hanno subito violenza di ogni tipo.

Ogni provente dato dalla retta mensile degli allievi, serve oltre che a pagare l'affitto dei locali ove ci alleniamo, a finanziare corsi di antiaggressione - antistupro femminile gratuiti .

Nella nostra associazione sportiva siamo un centinaio di iscritti che più volte la settimana si riunisce per svolgere assieme l'attività sportiva di difesa personale. Questa passione con il tempo ci ha fatto diventare anche amici e non solo degli atleti.

Parte degli iscritti sono persone appartenenti alle forze dell'ordine: Polizia di Stato, Carabinieri, Finanza, Polizia Locale ed Esercito, ma una buona parte è costituita da giovani donne consapevoli della realtà che le circonda e che la frase "TANTO A ME NON CAPITERA' MAI" potrebbe "PURTROPPO" non essere vera

Responsabile Tecnico

Maestro Marco Ceccarini

Krav Maga e arti Marziali - Riflessioni Personali Quando mi trovo a dover presentare il KM ad una platea che osserva gli allievi del Dojo Eleonora durante una esibizione esordisco più o meno così: “Il km si distingue dalle arti marziali per due motivi essenziali innanzitutto non è possibile definirlo SPORT. E’ definibile invece come tecniche di difesa personale a corta distanza. Il krav maga è una miscellanea di molte arti marziali, chi l’ha inventato ha valutato di scegliere tra tutte le arti marziali quanto di più efficace, diretto ed istintivo ognuna di esse proponeva.

Prese, leve, pugni, calci messi assieme per elaborare un metodo pragmatico veloce istintivo che permetta di difenderci da svariate metodologie di aggressione”.

Per praticare in modo completo e corretto il KM servono anni di esperienza ed allenamenti. L’esperienza rende l’allievo più dinamico, veloce e pronto ad utilizzare gli insegnamenti che ha acquisito nel tempo.

Allo stesso modo per formare un Maestro serve tempo. Personalmente solo dopo dieci anni di studi ho deciso di coronare un desiderio che coltivavo da tempo: ”Costruire il Dojo Eleonora”. Giorno per giorno, lezione dopo lezione, trasmettevo ai miei allievi quanto avevo acquisito negli anni. Il primo anno non eravamo in molti, ma credevo in ciò che facevo. Gli allievi mi hanno capito, hanno saputo percepire la passione che nutro verso questa disciplina e anno dopo anno i corsi si sono affollati sempre più.

Sarà la moda del momento o le mie capacità? Non mi interessa darmi una risposta, mi basta vedere allievi entusiasti a fine serata dopo un allenamento intenso, o sentirli dire “si” ogni qualvolta chieda loro di esibirci a qualche manifestazione.

Resta comune il fatto che negli ultimi anni il Krav Maga è diventata una disciplina alla moda perché purtroppo sempre più sovente la cronaca ci racconta di atti di violenza e aggressione nei confronti di persone indifese.

Il rovescio della medaglia è che per soddisfare la grande richiesta di frequentare corsi di autodifesa, molti si siano improvvisati Maestri di krav maga solo perché hanno seguito dei corsi “full immersion” nei fine settimana, o molto più semplicemente abbiano acquistato delle lezioni disponibili su dvd.

Tutto ciò mi rammarica molto, perché persone non formate in modo corretto non sono in grado di fornire i giusti insegnamenti ai loro allievi. Questo fa si, purtroppo, che l’immagine del Krav Maga spesso perda di credibilità, soprattutto di fronte a coloro che praticano arti marziali da molti anni. Questi “addetti ai lavori” se vogliamo chiamarli così hanno occhi attenti e critici.

Sanno valutare bene se chi pratica KM è una persona seria o un approfittatore.

E’ per questo motivo che consiglio a chiunque voglia avvicinarsi al krav maga di farsi consigliare da un esperto di arti marziali che saprà certamente valutare le capacità del maestro-istruttore o trainer che insegna krav maga.

Marco Ceccarini

Maestro Benemerito in arti marziali

“Quando sabato 31 maggio mi hanno insignito questa onorificenza sono rimasto basito.Sono quelle cose che ti capitano per caso, tu non le cerchi, sono loro che trovano te. Sono grato all’Unione Sportiva ACLI per quanto mi abbia riconosciuto.Ho iniziato da bambino con il karate e grazie a questo sono entrato nelle Fiamme oro della Polizia di Stato. Sono poi passato allo yoseikan budo e semi contact, per poi approdare al krav maga ancora nel secolo scorso. Queste sono le tre grandi tappe della mia vita sportiva… tutto il resto è scritto nel mio curriculum. Quello che non troverete scritto ma, che potrete percepire è la passione verso lo sport che non mi ha mai abbandonato. Il vero “atleta” non conosce vacanze o pause di riflessione. Gli unici momenti in cui mi sono fermato sono stati la conseguenza di interventi chirurgici.

Dedizione e passione mi accompagnano da sempre. Credo in ciò che faccio ma non mi aspetto mai nulla. Quando insegno in palestra chiedo ai ragazzi di dare il meglio delle loro capacità, non importa esser primi, la cosa che conta è credere in se stessi ed impegnarsi sempre.”

Marco Ceccarini

Diffidate dalle False scuole di Krav Maga

Seguendo la diffusione resa possibile grazie ai primi studenti di Imi Lichtenfeld, oltre che in Israele, il krav maga si è diffuso in paesi dove forte è la presenza delle comunità ebraiche o si sono sviluppati solidi canali di collaborazione in ambito militare e di intelligence.

Per questo le principali scuole di combattimento e la maggior diffusione di questi sistemi si trovano negli USA, in Russia, in Francia, in Brasile ed in Italia, paesi tutti che hanno forti legami con Israele e il mondo ebraico.[senza fonte] Il krav maga è insegnato nelle accademie dei più famosi servizi segreti (Mossad, CIA ecc.) e corpi speciali di polizia (come l'FBI) o esercito (come il Sayeret Matkal ecc.) con una sempre più massiccia diffusione in Italia tra le forze dell'ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, ecc..), i reparti militari d'elite fino ad arrivare agli operatori della sicurezza e vigilanza privata (es. guardie del corpo).

Da un decennio a questa parte il krav maga è divenuto una realtà anche per i semplici cittadini nell'ambito della difesa personale, in quanto le diverse federazioni e organizzazioni esistenti hanno scientificamente studiato e sviluppato metodi specifici adatti ad ogni individuo, di qualsiasi corporatura (donne, uomini e ragazzi), che si prestano all'autodifesa in qualsiasi luogo e situazione (a piedi, in auto, in ambienti chiusi o aperti, etc...).

Dalla scomparsa di Imi Lichtenfeld, il suo creatore, il Krav Maga israeliano, ha subito negli anni, varie modifiche e si è prestato a varie interpretazioni da parte dei vari studenti di prima e seconda generazione. Al di là degli "stili" (chiamiamoli così), che si sono generati dall'evoluzione delle tecniche codificate da Imi, oggi riveste un ruolo fondamentale nella sopravvivenza del metodo la figura dell’istruttore. Un istruttore qualificato si riconosce immediatamente. Non è necessario avere esperienza nelle arti marziali o negli sport da combattimento per riconoscere un buon insegnante di Krav Maga. La genialità del metodo rende facile e veloce l’apprendimento, per cui la cosa più semplice da fare per valutare una scuola di Krav Maga è quella di partecipare a qualche lezione, in genere quattro o cinque bastano a capire se l’istruttore è qualificato ed esperto, o soltanto "Diplomato" (nel senso che possiede un diplomino) da una qualunque delle federazioni che per moda e/o per lucro concedono diplomi di insegnate, istruttore e maestro a praticanti di livello assolutamente insufficiente.

Esempi di federazioni di Krav Maga più attendibili sono quelle fondate dagli allievi diretti del fondatore Imi Lichtenfeld: la IKM di Gabi Noah e Eli Ben Ami prima tra tutte, la Krav Maga Global di Eyal Yanilov, IKMF di Avi Moyal. Altre "federazioni" il Commando Krav Maga di Mony Aizik, la Federazione Europea di Krav-Maga di Richard Douieb,Belgian official federation of krav-maga and internationl département Captain Vanostende diplomed Directly by IMI Belgium,Asia ,world la Protect di Itay Gil a Gerusalemme, la scuola di Therry Viatour in Belgio, la "EIKM" di Philippe Kaddouch

Autodifesa

Con autodifesa, o difesa personale, si indica la capacità propria di difendersi dai pericoli e dalle minacce all'integrità fisica e psichica. Essa consiste anche nel saper gestire (o evitare) una disputa (non necessariamente violenta) tra individui che, per svariati motivi, possono giungere ad uno scontro.

È molto diffusa l'opinione che la difesa personale sia solo un insieme di tecniche ed insegnamenti atti ad atterrare un avversario prima che sia lui a farlo, confondendo l'autodifesa con lo street fighting. In realtà la difesa personale comprende sia tecniche fisiche per la difesa dalle aggressioni, sia tecniche psicologiche.

Prevenzione

La prevenzione è un concetto fondamentale dell'autodifesa, e per questo viene incluso negli studi di queste tecniche. La prevenzione serve ad evitare inutili situazioni di rischio per la persona. Può sembrare un'ovvietà, ma spesso questo concetto non è compreso immediatamente da chi si avvicina per la prima volta ad una scuola di difesa personale. Il detto "Prevenire è meglio che curare" può essere adottato anche in questo campo.

Tecniche di difesa

La difesa personale deve essere vista come una cultura di prevenzione adatta a tutti. Lo studio di un'arte di difesa prima di tutto intende dare fiducia in sé stessi ed una conoscenza dei rischi e delle violenze, l'atteggiamento di una coscienza preventiva di qualsiasi attacco.

L'attività di difesa personale parte da due filosofie essenziali:

• essere preparati

• serve solo per difesa e mai per offesa

Le tecniche di difesa personale si differenziano per due caratteristiche fondamentali:

• l'applicazione: devono cioè essere eseguite nel modo più efficace possibile, e soprattutto non ci sono esclusioni di colpi;

• la durata: mentre l'allenamento sportivo prepara l'atleta ad affrontare incontri molto lunghi, suddivisi magari in più round, quello di autodifesa prepara l'allievo ad affrontare scontri che magari possono durare pochi secondi. Lo scopo non è ovviamente quello di totalizzare più punti dell'avversario, ma quello di terminare lo scontro a proprio favore e nel più breve tempo possibile.

Le tecniche di difesa dalle aggressioni fisiche sono molteplici e variano da scuola a scuola. Tutte però hanno in comune la ricerca della semplicità di esecuzione e l'efficacia. È importante che una tecnica di difesa entri nella memoria fisica di chi la esegue, cioè deve essere eseguita spontaneamente; la tecnica non deve essere pensata, deve essere eseguita e basta, come se il corpo reagisse per istinto. Non esiste una tecnica in assoluto più efficace di altre, ma esiste una linea guida da seguire affinché la tecnica utilizzata lo possa diventare. Le più diffuse sono:

• cercare di mantenere l'iniziativa, incalzando l'avversario per non dargli il tempo di reagire e possibilmente di attaccare;

• puntare alle parti anatomiche più esposte e delicate (per es. occhi, naso, genitali);

• ogni parte del corpo può diventare un'arma, senza dimenticare che praticamente qualsiasi oggetto può essere usato allo stesso scopo.

Attacchi utili:

• colpi al naso: cercare di colpire l'avversario sul naso, così da guadagnare momenti utili per fuggire oppure per sferrare un colpo ai genitali, cosi da finire definitivamente l'avversario.

• colpo ai genitali: cercare di colpire con un calcio o una ginocchiata i genitali dell'avversario, così da finirlo definitivamente.

• calcio al ginocchio: se portato frontalmente poco sopra il ginocchio, può portare alla rottura dei legamenti dello stesso. Se viene portato un colpo a girare sul lato del ginocchio, può provocare la fuoriuscita della rotula e il Ko dell'avversario.

Sistemi di difesa personale:

Le attività rivolte al miglioramento della difesa personale sono molte. Si evidenziano:

• studio di arti marziali

• studio approfondito ed utilizzo del corretto atteggiamento mentale

• uso di articoli dissuasivi

• detenzione, possesso e porto di un'arma

• uso delle guardie del corpo

controllo della paura

Difesa contro le Armi da Fuoco

Per molti la difesa personale contempla solo la protezione contro attacchi a mani vuote, con bastone e/o coltello.

Data la continua escalation di delinquenza organizzata e micro criminalità, in aggiunta al continuo aumento di gente che detiene un’arma da fuoco, sia legalmente che illegalmente, nel nostro tempo, diventa sempre più probabile trovarsi d’innanzi ad un' arma da fuoco spianata: per tale motivo molte scuole di difesa personale si sono “adeguate” a queste nuovi temi di sicurezza, per dare ai propri praticanti nozione di difesa personale contro minaccia da arma da fuoco, ma non tutti gli istruttori di difesa personale sono anche esperti di armi da fuoco.

Chi si occupa di sicurezza e maneggia armi da fuoco ha cognizione che di fronte ad un’arma da fuoco, data in mano ad una persona che ha intenzione di usarla ci sono pochissime, se non nessuna, possibilità di uscirne vivo, se consideriamo poi che chi sa usare un’arma sicuramente non la punterebbe mai addosso a qualcuno ad una distanza del corpo a corpo, la percentuale di sopravvivere a tale attacco diventa veramente tenue.

Per tale motivo chi si addentra in queste tematiche, prima ancora di conoscere e praticare all’infinito tali tecniche marziali, deve, a mio avviso, considerare almeno altri due fattori: primo, riflettere che se siamo minacciati da un aggressore armato il quale, anche se ha deciso di non spararci, la nostra reazione fisica potrebbe indurlo, in una situazione di conflitto e di stress psicofisico, a premere il grilletto nonostante la non intenzionalità dell’azione; secondo, la conoscenza approfondita del tipo di arma che ci troviamo puntati contro, modello, revolver, semiautomatica e, ancora, il tipo di meccanismo di funzionamento sono fondamentali per poter soppesare un eventuale intervento di autodifesa e/o qualsiasi azione di disarmo.

Procedimenti questi che possono e debbono essere trattati solo da esperti istruttori di armi da fuoco, essere istruttore o maestro di questa o quella disciplina marziale non garantisce la giusta esperienza e conoscenza in materia di armi da fuoco, che andrebbe approfondita prima con allenamenti a secco e poi sui campi da tiro a segno sotto la stretta sorveglianza di professionisti del settore.

Quindi è fondamentale premettere che non bisogna mai reagire ad una minaccia armata almeno che non abbiamo capito che verremo uccisi.

Detto questo, prima di qualsiasi reazione è importante capire in base alla postura, alla prossemica, alla lunghezza delle braccia dell’assalitore armato, alla sua collocazione nello spazio, al suo atteggiamento mentale in quel particolare momento, come possiamo reagire per tentare una pericolosa e improbabile difesa da minaccia armata.Il modo particolare,dopo avere preso in seria considerazione i due punti sopracitati, è bene addestrarsi su tecniche di deviazione della volata dell'arma, tecniche di sgancio e arresto meccanico del cane e/o del carrello per causare, laddove fosse possibile, un inceppamento dell'arma rendendo possibile ed efficace la difesa.

L'uso dei Punti di Pressione

L'uso dei Punti di Pressione, è l'arte di attaccare i punti di agopuntura. Per capire l'uso di questi punti per la difesa personale, è importante studiare le teorie di base, associate con il sistema dei meridiani e dei punti di agopuntura. Gli stessi principi, si applicano sia per guarire che per distruggere. Questa è la base per lo studio di questi punti di pressione.

La domanda fondamentale è se questo sistema, può presentare effetti negativi e significativi sulla salute di una persona. Se lo studio è accurato e prudente, e la pratica viene effettuata con l'assistenza di una persona qualificata , non si può incorrere in nessun pericolo.

Una semplificazione

Nel nostro corpo scorrono dei meridiani dove passa dell'energia (come fossero cavi elettrici) noi andiamo a colpire i punti dove i "cavi" sono più scoperti facendo fare un corto circuito al sistema, così che per un attimo il nostro cervello rileva un black out momentaneo.

Ogni punto di pressione situato sul meridiano corrisponde ad un organo interno.

I punti possono essere colpiti, strofinati o premuti ogni punto crea uno squilibrio che puo equivalere al dolore, svenimento e inabilità.

- Kenpo & Kyusho l'Approccio

Le nostre tecniche di autodifesa funzionano su molti livelli: 1° La loro efficacia è effettiva, perché essi sono situati in zone del corpo anatomicamente deboli; 2° La loro efficacia aumenta attaccando come bersaglio le regioni dove si trovano più precisamente i punti di agopuntura. Per esempio, se calciando correttamente un agopunto del ginocchio, non solo disperderemo l'energia dell'aggressore, ma anche gli si romperà l'articolazione del ginocchio.

- Scoprendo le Arti Segrete

Molte arti marziali credono di nascondere gelosamente dei segreti all'interno del proprio metodo di combattimento, che in alcuni casi, non è affatto vero. Infatti si è scoperto una notevole e sorprendente somiglianza, con le teorie della medicina orientale. Se si desidera scoprire l'efficacia di un punto di pressione usato nel Kyusho, bisogna studiare bene l'anatomia, la fisiologia, e le teorie associate al corpo umano. Se si impara bene l'agopuntura, sarà intuitivo capire molti di questi segreti, i quali se applicati al contrario producono degli effetti devastanti. Lo studio approfondito della medicina tradizionale cinese, servirà anche a conoscere meglio il proprio corpo e come funziona per poter curare gli altri e se stessi, in maniera tale da praticare le arti marziali con rispetto e limitazione, compassione e senso comune. Visto e considerato che sarà una necessità assoluta dopo quanto andremo ad applicare i principi delineati in questa sezione.

- Gli Scopi degli Attacchi

Attaccando gli agopunti si possono provocare diverse svariate reazioni come:

- Dolore

- Reazioni involontarie ed immediate

- Reazioni ritardate (minuti, ore, giorni)

- Paralisi

- Disorientamento (stordito, sbalordito)

- Perdita di coscienza (momentaneo)

- Perdita di coscienza

- Morte Nulla (l'attacco è inefficace).

Molto importante invece, è il metodo d'attacco portato e dai fattori individuali, come ad esempio la salute, la statura, la suscettibilità dell'aggressore, ecc.

- Attacchi Fondamentali

Molti principi di base si applicano quando si eseguono attacchi sugli agopunti. Questi principi sono quelli dell'agopuntura che fondamentalmente vengono impiegati a scopo terapeutico e che qui vengono impiegati per scopi distruttivi.

I principi di attacco di base sotto elencati sono:

- Punti di attacco sensibile a pressione

- Attacco punti multipli nella stessa area

- Attacchi ambo i punti bilaterali

- Attacchi un meridiano a punti multipli

- Attacco riferito ai meridiani yin/yang appaiati

- Attacchi secondo il flusso del Ki con calcolo del ciclo diurno

- Attacco che usa il ciclo di distruzione (5 elementi)

- Attacco degli Agopunti Speciale

- L'importanza dell'Accuratezza

Dall'accuratezza dipendono tutti i principi citati in precedenza. Attaccare un agopunto significa possedere precisione nel centrare il bersaglio, il quale deve essere abbinato ad uno specifico angolo d'attacco. Se si sbaglia il bersaglio di poco, il punto non sortirà alcun effetto, lo stesso vale se il bersaglio è corretto, ma l'angolo è sbagliato. Movimento, abbigliamento ed altri fattori influenzano l'efficacia e l'accuratezza nel centrare il bersaglio. Individuare gli agopunti su se stessi o sul compagno è facile, ma è molto diverso se si cerca di colpire un obiettivo in movimento, o in particolare se gli agopunti si trovano nascosti sotto un vestito, o protetti da una imbottitura.

- 1. Attacco ai Punti Sensibili a Pressione

Stimoli precisi e costanti si realizzano attaccando gli agopunti più sensibili, i quali sono localizzati sui nervi più superficiali. Il dolore produce reazioni involontarie ed immediate in tutte le persone, soprattutto quando l'attacco è inaspettato. I risultati possono essere diversi a seconda della risposta del muscolo, dalla perdita parziale delle funzioni motorie, alla lesione dei nervi muscolari, alla perdita della conoscenza, questi punti nervosi che di solito si colpiscono fanno si che un aggressore lasci una presa o debilita l'aggressore in maniera tale che lo costringa a rinunciare alla lotta.

Gli agopunti in individui con una muscolatura ben sviluppata, risultano molto più sensibili a pressione che in persone che possiedono una muscolatura poco tonica. Questo succede perché lo sviluppo dei muscoli tende a stringere lo spazio intorno ai punti, e li spinge contro l'osso o all'esterno verso la superficie.

- 2. L'attacco ai Punti Bilaterali ad Ambo i lati

Gli agopunti si trovano bilateralmente e cadono simmetricamente sia sulla destra che sulla sinistra del corpo umano. Quando si attacca un solo agopunto bilaterale, si crede che il meridiano opposto compensi parzialmente lo squilibrio di energia. Inoltre attaccando contemporaneamente entrambi gli agopunti sia particolarmente più efficace attaccare il Ki e le funzioni neurologiche. Quando gli agopunti speciali sono usati, e colpiti da entrambi i lati con la minima forza, l'effetto del colpo ne risulta amplificato, causando disorientamento e perdita di conoscenza. Quando ci si allena, è molto importante che l'allenamento sia supervisionato da un istruttore esperto e i colpi siano portati con moderazione.

- 3. L'attacco a più Agopunti sullo stesso Meridiano

L'efficacia di un attacco è amplificata colpendo uno o più agopunti sullo stesso meridiano, di solito sullo stesso lato del corpo. La maggior parte degli attacchi si realizzano alle estremità, come d esempio alle mani o alle gambe poichè questi agopunti sono considerati più sensibili. Una volta che il primo agopunto è colpito, attiva il meridiano, ed il secondo agopunto può spesso essere colpito più tardi con lo stesso effetto, (dipende tutto dal calcolo del flusso del Ki).

- 4. L'attacco Riferìto ai Meridiani

I 12 meridiani principali sono collegati in sequenza e raggruppati in sei yin/yang appaiati (LU-LI; St-SP; HT-Sl; Bl-Kl; PC-TW; GB-LV). Questo accoppiamento corrisponde al flusso del Ki. L'attacco a due agopunti sui relativi meridiani, comporta uno squilibrio del flusso del Ki, il quale all'interno del corpo modificherà l'equilibrio dello yin e dello yang debilitando fisicamente l'aggressore.

- 5. Attacco Secondo il Calcolo del flusso Ki (Ciclo Diurno)

Il Ki fluisce attraverso i 12 Meridiani Principali in un ordine prestabilito e basato sul ciclo delle 24 ore. Ogni meridiano è attivo ogni giorno per due ore che sono il periodo quando Ki è concentrato di più. Attaccando un meridiano durante il suo periodo attivo aumenterà l'effetto dei colpi sugli agopunti. Attaccando un meridiano durante il suo periodo più inattivo (12 ore più tardi), il risultato sarà molto meno efficace, ma può produrre effetti che si manifestano quando il meridiano è di nuovo attivo, 12 ore più tardi. Quando il Ki sta per spostarsi tra i due meridiani successivi gli attacchi ad ambo due i meridiani sarebbero molto efficaci, particolarmente se loro sono in coppia di yin-yang.

- 6. Attacchi Distruttivi usando la Teoria della Legge dei 5 Elementi

La teoria di Cinque Elementi (fuoco,terra, metallo, acqua, legno,) fu usata in Cina per sviluppare un sistema di modelli ciclici e corrispondenti nei quali furono inclusi tutti i fenomeni naturali. Così, ognuno dei 12 Meridiani Principali è associato ad una particolare fase (es. il Polmone appartiene al metallo). Le cinque fasi possono essere ordinate in sequenza di 36 possibili modelli ciclici. Il più importante modello per il combattimento è stato chiamato il ciclo distruttivo o di conquista nelle quali le fasi seguono una sequenza distruttiva: LEGNO penetra la terra, la quale blocca L'ACQUA, che a sua volta spegne il FUOCO, il quale fonde il METALLO, che a sua volta taglia il LEGNO. Nelle antiche Arti Marziali, originariamente il ciclo di distruzione fu ideato per attaccare gli agopunti, rispettando un periodo ciclico, che faceva capo alla legge dei 5 elementi. Per esempio, un colpo al meridiano del Fegato (legno) seguito da un attacco al meridiano dello Stomaco (terra), completa così un passaggio del ciclo di distruzione (legno conquista terra). Se la combinazione precedente fosse seguita da un attacco al Meridiano del Rene (acqua), un secondo passaggio nel ciclo di conquista sarebbe completato (terra conquista l'acqua). L'efficacia di questi colpi, sta nella combinazione di questo ciclo di elementi. Anticamente, attaccare gli agopunti seguendo la legge dei 5 elementi nella sequenza prima citata, fu considerata altamente letale.